Nella sede di Ediltecnica, al piano terreno vicino al desk per l’accoglienza dei clienti, c’è una scultura di bronzo che raffigura un cavallo rampante. Chi ci ha fatto visita a Molinella l’avrà certamente notata. Se poi si sale al primo piano, nell’ufficio del geometra Cristoforo Bernardi, fondatore dell’azienda, su un mobile si trova un altro cavallo di bronzo. È un po’ più piccolo e stilizzato, ritratto dallo scultore nell’atto di atterrare dopo aver saltato un ostacolo. Appeso a una parete dello stesso ufficio, su un foglio un po’ ingiallito, un disegno infantile con l’inequivocabile profilo di un cavallo. Tre indizi fanno una prova, diceva Agatha Christie. La conferma arriva direttamente dal geometra Bernardi: “Quel disegno lo ha fatto mia nipote quando andava alle elementari, oggi frequenta l’università – dice con orgoglio di nonno -. Sa che mi piacciono i cavalli e in occasione di un mio compleanno mi ha voluto fare un piccolo regalo, che da allora tengo nel mio ufficio insieme alla sua foto”. Per il titolare di Ediltecnica il cavallo rappresenta tante cose. “Non sono mai stato un appassionato di equitazione, non salgo in sella per intenderci, ma in questo animale ho sempre identificato valori importanti come la forza, la resistenza, la fedeltà, il sacrificio, un carattere pacifico – racconta -, ma apprezzo anche la sua indubbia bellezza, la sua armonia di forme e di movimento. Nel cavallo ritrovo tante cose in cui ho sempre creduto e che mi hanno ispirato nel mio lavoro”.
Un simbolo, dunque, che forse ha tanto in comune con la creatura che Cristoforo Bernardi ha costruito giorno dopo giorno negli ultimi 40 anni, metà della sua vita. Nel 2020 Ediltecnica festeggia infatti quattro decadi di attività (nell’immagine di copertina ed in basso: un estratto dell’atto costitutivo di Ediltecnica Srl, sottoscritto il 19 giugno 1980) mentre il suo fondatore ha da poche settimane compiuto 80 anni. Ricorrenze importanti che è giusto sottolineare soffermandosi insieme a ricordare le tappe salienti, i successi e i momenti di difficoltà, le certezze acquisite con l’esperienza e le speranze per il futuro.
Geometra Bernardi, quando e perché ha deciso di dare vita a Ediltecnica?
Tra il 1979 e il 1980, dopo circa 18 anni di lavoro presso la Cooperativa Muratori di Molinella, un’impresa edile del territorio molinellese che aveva fatto la sua storia nel secondo dopoguerra e aveva anche allora un grande mercato, maturai una decisione. Mi dissi: “adesso o mai più, rimboccati le maniche e prova a fare qualcosa di positivo con un’impresina tutta tua”. In fondo avevo l’età giusta e l’esperienza che mi ero fatto con la Cooperativa non era di poco conto.
Qual era il suo progetto iniziale per l’azienda?
Con le modeste capacità economiche che avevo allora e quel po’ di esperienza acquisita pensavo, e speravo, di poter intervenire sul mercato realizzando piccole costruzioni, villette, casette, ristrutturazioni, interventi di carattere migliorativo, ristrutturazioni di edifici o singoli appartamenti, lavori in campagna per riadattare stalle e fienili. Il progetto iniziale era perciò modesto, come era doveroso fare.
Chi furono i suoi primi collaboratori?
Il primo fu il mio socio Umberto Cantelli, che si era licenziato come me dalla Cooperativa Muratori. Poi, dopo poco tempo, si aggiunse il geometra Giorgio Magagnoli, che fa ancora oggi parte dello staff. Era giovanissimo, appena terminato il servizio militare venne a collaborare con Ediltecnica. Potevamo contare poi sull’ausilio di altri due impiegati per svolgere le attività tecnico-amministrative e su qualche bravo muratore. Così facemmo decollare questa impresina locale che poggiava sulla mia esperienza, la volontà di Magagnoli e il lavoro di bravi collaboratori. Quello fu il primo nucleo operativo della nascente Ediltecnica.
Quali sono stati i primi interventi realizzati?
Il primo intervento un po’ rischioso furono otto villette a schiera a Molinella. In quel caso ci occupammo direttamente noi anche della parte immobiliare, perché ero convinto che il progetto potesse andare bene. Infatti vendemmo senza problemi e l’esito positivo ci lanciò in un mercato che ritenevo molto difficile per un’impresa nascente. Nacque così, con quel primo lavoro, la nostra impresa immobiliare: piccola e modesta, con pochi interventi all’anno che si sommavano alla costruzione di villette per privati e ai cantieri di ristrutturazione e ammodernamento.
Quali sono le figure professionali che più hanno segnato la storia di Ediltecnica?
Ci sono state negli anni molte figure, come succede nelle migliori famiglie, di tecnici e impiegati che hanno collaborato per periodi più o meno lunghi con noi. Qualcuno si è licenziato, qualcuno si è sposato e ha messo su famiglia o ha deciso di prendere altre strade. Ma i veri pilastri, che sono rimasti, hanno contribuito tantissimo alla nostra crescita. All’inizio determinante fu il dott. Franco Fiorini, nel suo ruolo basilare di amministratore. Poi l’attuale direttore dell’azienda, Alessandro Zini, che per passione, capacità ed esperienza è molto importante per Ediltecnica. E, come ricordavo, il geometra Magagnoli, il nostro primo assunto ancora presente in azienda, è una figura con tanta esperienza e professionalità. Loro sono le due colonne che oggi reggono l’azienda.
Ci sono stati momenti di difficoltà in cui ha dovuto ripensare l’impostazione e le priorità dell’azienda?
Un imprenditore, per essere tale, deve saper affrontare le difficoltà che quotidianamente si presentano nella sua attività. La crisi delle costruzioni è durata quasi 10 anni e il settore ne sta uscendo soltanto adesso, è stata la difficoltà più lunga di tutto il nostro periodo professionale. In questa fase l’elemento che più ci ha penalizzato è stata la restrizione del credito, perché alcune banche avevano chiuso tutti i finanziamenti di cui un’impresa come la nostra vive. È impossibile fare il nostro lavoro senza i finanziamenti delle banche, perciò aver tolto la liquidità ci ha creato difficoltà notevoli che ci hanno costretto a rivedere, modificare, ridurre, compattare. A queste criticità ho supplito, in parte, anche con interventi di carattere personale. Sono convinto che gli imprenditori devono saper sacrificare anche del proprio capitale personale per far fronte alle esigenze e a impegni dell’azienda, rispettando così gli impegni assunti nei confronti dei clienti e dei fornitori. Correttezza e onestà sono doti che non devono mancare mai a un imprenditore.
Che cosa rifarebbe di ciò che ha fatto in questi 40 anni e che cosa magari eviterebbe?
Rifarei sicuramente quello che è stato il nostro cavallo di battaglia, cioè villette per privati, piccoli condomini, ristrutturazioni importanti, cioè tutto quello che ci ha fatto conoscere e avere risposte positive sul mercato locale. Non rifarei sicuramente interventi molto rischiosi: un esempio tra tutti è un condominio a Milano Marittima, la cui realizzazione ha coinciso con la crisi dell’edilizia e ci ha fatto ritrovare con dell’invenduto. Siamo comunque riusciti a superare quelle difficoltà, ma sono rischi che non mi prenderei più in territori che non conosciamo bene.
Secondo lei cosa differenzia Ediltecnica rispetto alla concorrenza?
La nostra impresa da sempre si è strutturata avendo al suo interno personale specializzato – come progettisti, strutturisti, validi amministratori – unito a una manodopera capace che deriva dai muratori esperti della vecchia pianura bolognese (la zona di Molinella, Argenta, Campotto era una miniera di bravi muratori). Questo ci permette di dare risposte a 360 gradi, cucendo l’abito su misura al cliente perché diamo soddisfazione a varie tipologie di esigenze e richieste. Posso dire con certezza che la struttura di Ediltecnica è in grado di sedersi con il cliente, ascoltarlo e dargli poi ciò di cui ha realmente bisogno. Questo è l’ingrediente che ci ha dato successo e ci garantisce tutt’oggi un mercato.
Qual è stato e qual è il rapporto tra Ediltecnica e il suo territorio di riferimento?
Il rapporto con il nostro territorio lo considero ottimo e, forse con un piccolo peccato di presunzione, credo che il nostro modo di essere ci abbia creato qui, a casa nostra, un mondo di risposte positive. Quando suoniamo un campanello da un fornitore, da una banca o da un’Amministrazione comunale siamo sempre ascoltati e rispettati, perché 40 anni di attività corretta e onesta sul mercato ci hanno garantito un certo marchio. Non pretendiamo di essere i più bravi, ma certamente siamo sempre stati presenti, attenti e scrupolosi. Per un certo periodo siamo stati l’unica impresa presente a Molinella e questo ha fatto sì che abbiamo potuto dare un contributo importante allo sviluppo della città. Sono opera nostra, ad esempio, una lottizzazione di 30mila metri quadri di edilizia privata, i supermercati Famila e Conad, ampliamenti stradali e opere di infrastruttura e dotazioni urbanistiche in varie zone di Molinella. Là dove il paese negli ultimi decenni ha avuto un incremento positivo di carattere urbanistico noi c’eravamo.
Come immagina il futuro di Ediltecnica? Ha progetti in mente per i prossimi anni?
Il mercato dell’edilizia resta sicuramente difficile anche se oggi sta dando dei leggeri segnali di meno peggio. Dopo 40 anni di attività seria e impegnata, non avendo eredi interessati a subentrare nell’azienda che ho creato, spero che gli attuali collaboratori, in particolare il geometra Magagnoli e il dottor Zini, che hanno consapevolezza di ciò che è necessario per una conduzione corretta, abbiano la volontà di portare avanti questa impresa. Perché in buona parte Ediltecnica è anche loro, perché il loro impegno e la loro presenza hanno permesso di raggiungere i traguardi conseguiti. Continueremo, come ci suggerisce il mercato, con questo tipo di interventi. In particolare oggi sono quasi impossibili grandi lottizzazioni come nel passato, sia per mancanza di finanziamenti dalle banche sia perché il mercato non assorbe più, sia perché la politica della Regione, condivisibile, è quella di non consumare più nuovo suolo ma di recuperare il patrimonio edilizio esistente. Oggi un’impresina delle dimensioni e caratteristiche di Ediltecnica credo abbia ancora possibilità di continuare a dare risposte a una clientela affezionata. Io sono del 1940, ho 80 anni, non posso pensare di avere ancora tanto davanti, mi auguro perciò di avere indotto i miei collaboratori a decidere di portare avanti per anni un’impresa a cui hanno già dato tanto.